È IL MOMENTO DI APRIRE CERTE PORTE

Conversazione con Sara Sozzani Maino

NOVEMBRE 2025 - SIXTH SENSE

Fondazione Sozzani, via Tazzoli – Courtesy Fondazione Sozzani.

«Non bisogna avere paura del fallimento, perché cascare o sbagliare va benissimo, è il modo per imparare. La cultura della performance diffusa dai social dà la percezione che non si possa fallire e che tutto debba essere perfetto. Ma ai giovani bisogna dire di non preoccuparsi, perché finché non si buttano e provano, non sapranno come va a finire.» 

A parlare è Sara Sozzani Maino, in un’intervista che ci ha concesso pochi giorni dopo l’avvio di un nuovo capitolo per la Fondazione Sozzani, di cui è direttore creativo nonché coordinatrice dei progetti di Generazione, educazione, responsabilità. La raggiungiamo mentre è a Parigi per la fashion week, e la prima cosa che notiamo è la sua proverbiale disponibilità. Oltre alla sua non meno famosa schiettezza.

Del resto, Sara Sozzani Maino ha tutte le carte in regola per parlare con cognizione di causa di cultura e creatività, ma anche dei giovani e dei loro timori, soprattutto a partire da un settore, quello della moda, che Sara ha nel proprio DNA. Non poteva che essere così: Carla Sozzani, la madre, nel 1991 ha fondato 10 Corso Como, uno dei più riconosciuti concept store internazionali, nonché meta di pellegrinaggio di chiunque voglia immergersi nel meglio della moda, dell’arte e del lifestyle. La zia, Franca Sozzani, è stata direttrice di Vogue Italia per quasi trent’anni, scopritrice di talenti e convinta sostenitrice di moltissime cause benefiche. È a lei che la nostra interlocutrice deve il suo precoce innamoramento per la moda.

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Sara Sozzani Maino ha tutte le carte in regola per parlare con cognizione di causa di cultura e creatività
Sara Sozzani Maino ha tutte le carte in regola per parlare con cognizione di causa di cultura e creatività

«La Fondazione Sozzani è nata negli anni Novanta, e si è sempre occupata di design, arte, moda e fotografia. Il mio compito, con la divisione “Generazione, educazione, responsabilità”

è andare oltre, e organizzare ancora più attività concentrate su questi temi. Ne faccio un discorso molto semplice, di responsabilità: se hai la possibilità e hai a disposizione una piattaforma, che può essere una fondazione, un giornale o altro, devi dare visibilità a chi non ce l’ha. Per noi è importante anche dare conto delle tante realtà che ci sono, diffondendo cultura e conoscenza sui temi che ci stanno a cuore. Anche per dimostrare ai giovani quello che ripeto sempre ai miei studenti: anche se sei uscito da una scuola di moda non è obbligatorio aprire un brand o andare a lavorare per un designer. Ci sono molti modi di essere creativi. Penso ad Arianna (Pietrostefani, la founder e direttrice di The MRV Magazine e dell’omonima agenzia – n.d.r.), per esempio, che ha fatto prima un percorso più canonico, e adesso ne sta facendo un altro, sempre rimanendo nel settore della moda. È importante con la Fondazione dare degli esempi: di storie, comunità, e modalità alternative per trasmettere dei messaggi. Il sistema della moda in questo momento non sta funzionando, e i giovani potrebbero essere la soluzione, però devono essere anche appoggiati da chi magari questo lavoro lo fa da più tempo e può offrire supporto.»

Un obiettivo ambizioso, e un punto di osservazione privilegiato, che consente a Sara Sozzani Maino di raccontarci alcune storie di fallimento e successo che fanno riflettere: «Ogni designer nel proprio percorso professionale si è imbattuto in qualche difficoltà.

di Enrica Murru