Da dove sto guardando.

Maurizio Cattelan

OTTOBRE 2025 - VISTA

Maurizio Cattelan, Untitled, 2007 — photo: Zeno Zotti. Courtesy Museum MMK für Moderne Kunst

“Un coccodrillo in un Battistero”. Queste le scarne indicazioni per il primo allestimento che avrei seguito nella professione che avevo appena intrapreso. Non ero certa di aver capito bene. Ma non feci domande: era fondamentale fare una bella impressione. Sapevo che l’opera in questione era di un artista importante. Si trattava di Maurizio Cattelan. Un artista che sa stupire, disturbare, far riflettere, guardare con attenzione. Cattelan racconta temi delicati, come quello del fallimento, in maniera affascinante. Concetti che mi sembravano così lontani, ma che, invece, mi hanno avvicinata all’artista, e a quell’opera in particolare. 

Iniziamo dunque da Ego (2019). Un coccodrillo tassidermizzato di quasi cinque metri, appeso nel Battistero consacrato del Duomo di Cremona. La prima reazione è sicuramente di stupore. Entrando si vede una figura longilinea, con la bocca aperta, che punta verso la lanterna, fonte di luce. La dimensione della struttura che lo ospita lo fa apparire piccolo, indifeso. Come ogni opera di Cattelan, nulla è casuale. La posizione del coccodrillo, che si chiama Ego, è quella della redenzione, della biblica ascesa verso l’altro, verso la luce, la fine, la pace. Un’opera controversa, prima spiazzante, poi apprezzata, da tanti amata. Chi non ha mai sbagliato, fallito? Chi non è mai stato vinto dal proprio ego? Chi non cerca redenzione? 

Come ogni opera di Cattelan, nulla è casuale.
Come ogni opera di Cattelan, nulla è casuale.

L’impatto visivo iniziale di Ego è stato forte, ma poi è diventato armonioso, rappresentativo per il luogo. Nulla di nuovo per Cattelan. Pensiamo ad opere iconiche come L.O.V.E. (2010), una scultura in marmo, che raffigura una mano con un grande dito medio alzato. Il suo intento, in quel periodo storico, era di disturbare visivamente un luogo istituzionale, impattando con armonia. Lo dimostra la scelta del materiale, ovvero il marmo bianco di Carrara, esattamente come quello di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa retrostante. Anche la monumentalità classica della forma, fa percepire lo studio e gli intenti dell’artista. L’opera vuole lanciare un chiaro messaggio: il fallimento della società all’interno del capitalismo moderno, una sfida nei confronti del potere finanziario. L.O.V.E. è un gesto rivolto alle persone da parte delle istituzioni economiche.

 

Il fallimento, per Cattelan, non è solo una tematica, ma un processo creativo.

di Chiara Mantegazza