FILIPPO SALERNI, ALCHIMISTA

Riflessioni su acqua, natura e scultura

APRILE 2024 - SGUARDI

“Anything is possible with sunshine and a little pink”

Lilly Pulitzer

Incontriamo Filippo Salerni il primo giorno di Fuorisalone 2024 a Milano, alle Fonderie Napoleoniche, quando la città cambia volto e diventa finalmente internazionale. Tanti degli spazi dormienti e abbandonati improvvisamente riprendono vita come vecchi dinosauri rispolverati. Che poi, chissà perché si debbano rianimare per solo una settimana all’anno… La Milano nascosta, produttiva e borghese si mette in mostra: aprono i cortili, la creatività si appropria delle strade, dei luoghi pubblici e perfino della Stazione Centrale. Le scuole di design nordico portano quell’aria minimal e cool in città, tra occhiali da sole, sneakers & general hype.

 

Filippo, classe 1985, ha i baffi e quello stile nostalgico un po’ Anni ‘70 della Milano di una volta, quella del boom industriale tra drogherie, ferramenta e mercerie. Ed è uno degli artisti artefici dell’installazione Flow through the colors – voluta da Rubinetterie Stella con la partecipazione di Missioni – nata dall’idea creativa di The Meraviglia e progettata da Elena Pelosi. L’installazione, un viaggio esotico alla riscoperta dell’acqua in vari luoghi del mondo, attraverso le sue incredibili varietà e sfumature cromatiche, offre un percorso di sensibilizzazione che racconta che ogni goccia è unica, preziosa e protetta dai rubinetti della collezione SIDE, firmati dai designer Meneghello Paolelli. Un racconto sensoriale incentrato sul potere catalizzante dell’elemento naturale come conduttore di energie ed elisir, capace di trasformarsi in un processo che mescola chimica e magia: da liquido a vapore profumato, da profumo a pigmento di colore.

Le vasche che compongono l’installazione si trasformano, grazie al lavoro degli artisti coinvolti, nella ricostruzione visionaria di alcuni luoghi naturali, realmente esistenti, scelti per le tinte vive, enfatizzate dal sole e dall’atmosfera, che diventano di volta in volta rosa, come nel Lago Hiller in Australia, intensamente azzurre, come nel Blue Hole del Belize, una voragine nel cuore dei Caraibi; carminie, come accade nel Lago Natron in Tanzania, dorate nel Lago Rotorua in Nuova Zelanda e infine scure come pece, nel Lago Nero Kelimutu, nella lontana Indonesia.

 

Sulle vasche fluttuano le installazioni degli artisti, ed è proprio qui che entra in gioco Filippo Salerni. Il sentimento della Meraviglia, che dà origine alla sua The Pink, traduce il fluttuare evanescente dell’acqua in una visione immaginifica e onirica, nel sogno d’una notte di mezza estate, quando i toni del rosa, terracotta e delle albe si fanno più forti. Su queste sfumature la scultura ramata di Filippo Salerni galleggia leggiadra, richiamando la salinità delle acque e prendendo le sembianze di una nuvola, con i suoi volumi e la sua leggerezza. Solo avvicinandoci scopriamo che questa nuvola è in realtà fatta di metallo.Recuperando vecchie tecniche artigianali, Filippo Salerni instaura un innovativo dialogo con l’attualità. Nella creazione delle sue opere, l’artista ha approfondito le metodologie di lavorazione della lamiera di rame ed alluminio attraverso le tecniche utilizzate dai grandi maestri battilastra italiani degli Anni ‘50 e ‘60. Un heritage che sta via via scomparendo e che rivela l’importanza del tramandare e del raccontare. E che rende Salerni un moderno Efesto, intento a muoversi nella sua fucina creativa utilizzando una vasta gamma di tecniche, dalla lavorazione del marmo alla fusione a cera persa, in una costante ricerca di innovazione.

di Francesca Russano