FINO ALL’ULTIMO RESPIRO
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Il fascino dei cinema d’essai parigini
febbraio 2024 - SGUARDI
“La photographie, c'est la vérité et le cinéma, c'est vingt-quatre fois la vérité par seconde...”
Jean-Luc Godard
Baguette sotto braccio, labbra rosse, basco, cappotto over, stivali al ginocchio e nonchalance da vendere.
Fingendomi la tipica ragazza francese delle prime righe, mi sono addentrata tra i passages come una flâneuse baudleriana e, dopo essermi accoccolata sognante su numerose poltroncine di velluto, ecco un excursus dei must-see cinéma d’essai parigini.
La maggior parte di essi si trova nel Quartiere Latino, cuore intellettuale della città, per lo meno a inizio Novecento, dove a passeggiare sulla rive gauche, tra il Café de Flore e Les Deux Magots di St. Germain-de-Près, si potevano incontrare Simone de Beauvoir o Ernest Hemingway.
Tutto iniziò con Louis Delluc, pioniere del cinema d’essai, che fondò il primo ciné-club negli anni ’20 a Parigi, dando il via al fenomeno. Con l’ascesa del concetto di “cinema d’autore” negli anni ’60, nascerà la necessità di selezionare film al di fuori delle programmazioni tradizionali, e i cinema specializzati diventeranno sempre più spazi dedicati a perle rare.
Ma che cos’hanno di così fascinoso i nostalgici cinema parigini? Intanto il romanticismo, quello che vive ancora nei ricordi degli amori passati, non ancora dimenticati, e forse mai consumati fino in fondo. Poi l’instabilità. I cinema oggi sono effimeri, precari, o è quello che vogliono farci credere, e si reggono su un equilibrio ballerino. Oggi esistono, domani chissà.
Cinéma La Clef @laclefrevival
Cinema indipendente fondato negli anni ‘70 da Claude Frank-Forter per promuovere i giovani registi emergenti. Nel 2019 un gruppo radicale parigino, denominato Cinéma La Clef Revival Collective, ne impedì la chiusura occupando gli spazi abusivamente. Ancora oggi, il cinema cerca di resistere nonostante gli ostacoli finanziari e le istanze respinte dai dirigenti della città.
Le Champo @cinema_lechampo
Tra i luoghi storici, invece, non si può non menzionare il Cinéma Champo, omaggio a colui il quale fu uno dei suoi frequentatori più assidui, Jean-Luc Godard. Si dice che il regista saltasse le lezioni per rifugiarsi allo Champo con i suoi maestri. E lo stesso si dice anche di Claude Chabrol e Truffaut. Situato all’angolo tra Rue des Écoles e Rue Champollion, il cinema esiste dal 1938 con la sua facciata Art Déco, dopo aver trascorso ben due vite, una come libreria e l’altra come teatro di cabaret.
Memore forse di questo passato, il cinema organizza periodicamente delle notturne dedicate a un regista o a un tema in particolare. Si comincia a mezzanotte e all’alba si fa colazione con café au lait e croissant. Champeau!
Studio 28 @cinemastudio28
Nascosto nel cuore di Montmartre, lo Studio 28 era uno spazio ribelle e d’avanguardia, frequentato da pittori e poeti fin dalla sua apertura nel 1928. Nel 1930 proiettò “L’Age d’or”, film provocatorio di Luis Buñuel e Salvador Dalì, che fu vietato dopo meno di una settimana scatenando disordini tra gli spettatori e causando non pochi problemi alla gestione del luogo. La sala fu decorata da Jean Cocteau che ne era il mecenate principale, e oggi c’è anche un piacevole caffè-giardino, ma niente pop corn.
Cinéma du Panthéon @cinemadupantheon
Il Panthéon, inaugurato nel 1907, è la più antica sala cinematografica funzionante di Parigi. Il suo unico maxi schermo ha promosso soprattutto la Nouvelle Vague francese e fu uno dei primi a proiettare film stranieri in lingua originale. Oggi, il suo salone, simile a quello di un teatro, è il risultato del progetto del 2006 di Catherine Deneuve. Jean-Paul Sartre ha descritto la sua visita al cinema da bambino in Les Mots: “Seguimmo l’usciere, inciampando, mi sentivo furtivo; sopra le nostre teste un fascio di luce bianca attraversava la sala, si vedevano il fumo e la polvere danzare”.
E per finire un luogo segreto della Rive Gauche…
Le Grand Action @legrandactioncinema
Vicino di casa di Le Champo, anche il Grand Action fa parte della storia del cinema parigino, inizialmente noto come teatro di varietà ed intrattenimento per il gioco della pallacorda (jeau de paume).
La Pagode
Trasformato in cinema negli anni Cinquanta, con un giardino giapponese, questo spazio è una pagoda originale. L’edificio divenne un importante punto di riferimento del panorama cinematografico perché aderì alla Nouvelle Vague, con la proiezione di film di Ingmar Bergman, Jean Cocteau, Jacques Rozier e François Truffaut. Attualmente pare chiuso al pubblico per ristrutturazione, ma tenetelo d’occhio…per discutere presto di film davanti a un tè verde.
E se la curiosità ancora non vi manca, ma anzi è stata stuzzicata, fatevi un giro sul profilo Instagram di @cinemasdeparis per nuove ed esilaranti chicche tra pop-corn e macchine da presa.
di Alessandra Busacca
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