
L’EDICOLA MI HA SCELTO
L'EDICOLA MI HA SCELTO
Ed è stato amore a prima vista
febbraio 2024 - Talks

Ci troviamo a Roma, santa e profana, davanti a quella che appare una semplice edicola, un luogo che per tradizione greco-romana (dal latino aedicula, da aedes, tempio) affonda le sue radici nei crocevia, luoghi di incontro, tra ruscelli e monti, in cui spesso avvenivano eventi prodigiosi. Così, questi erano segnalati da piccoli tempietti, le edicole appunto, e considerati luoghi sacri.
Il tempo le ha trasformate poi in “piccoli templi” di quotidiani, settimanali e riviste. I suoi fedeli ogni mattina, dopo il caffè e un maritozzo alla panna, cercavano di svegliarsi con storie affascinanti e con l’odore di carta e inchiostro.
Incontriamo una delle founders di Erno, Andrea Mercuri, insieme alla sua dolcissima bassottina Minerva, nome dell’antica dea romana della saggezza e delle arti. Non poteva che chiamarsi così.
Mi racconta che da chiosco di carta ad hub artistico e culturale, questo progetto nasce spontaneamente, dopo una passeggiata.
« Io e la mia amica Valentina ci trovavamo a passeggiare per le vie di Prati, in Piazza Amerigo Capponi, e avevamo già in mente di avviare un’attività insieme. Non avevamo ancora capito che cosa, ma per prendere ispirazione volevamo farci ammaliare dalla situazione del quartiere e capire cosa aprire: un bar, una libreria, un luogo di incontri, dove poter far interagire le persone sia a livello sociale sia culturale.»
Immaginatevi due ragazze a giro nella città eterna su e giù tra sanpietrini. Vedono l’edicola e se ne innamorano a prima vista. Gli sembra una forma unica in mezzo a un contesto stimolante come solo quello della piazza sa essere. Ma il luogo è ancora piuttosto abbandonato e per migliorarlo iniziano a interfacciarsi con il primo municipio di Roma…


In questo archetipo della storia dell’eroe, l’aiutante di Andrea e Valentina è un’altra donna: l’assessore comunale, che le ha aiutate anche a ottenere la licenza per la somministrazione di alcolici e bevande in modo che l’edicola potesse diventasse un luogo di incontri più concreto, dove le persone potessero veramente entrare in sintonia e vivere l’edicola, sfogliare una rivista sorseggiando un bicchiere di vino. La selezione che si trova da Edicola Erno è sia nazionale che internazionale come Purple, Dust e Dazed.
Alla base del progetto vi è anche la voglia di promuovere l’editoria italiana indipendente collaborando con le principali scuole di moda e design romane. «Il nostro obiettivo non è quello di vendere quante più riviste possibile ma creare un luogo specializzato in riviste indipendenti dove poter fare ricerca e che possa anche diventare un pop-up store per brand emergenti. Possiamo così aiutarli in visibilità e costruire un network di relazioni forti e dallo spirito collaborativo.»
L’editoria non è un settore, è comunque un prodotto di nicchia. Per questo l’edicola si è presto associata anche al concetto di spazio espositivo. Da Erno è possibile organizzare mostre fotografiche ed eventi. Un luogo camaleontico, che si adatta a qualsiasi forma artistica e culturale. Con la sola esistenza della carta stampata rimaneva un luogo di incontro fugace, oggi invece funziona di più un’edicola di questo tipo dove gli eventi possono prolungare l’occasione e le opportunità di incontro.

E veniamo al nome…nel mio immaginario Erno rappresenta uno dei miei luoghi del cuore dell’infanzia, un paesino patrimonio UNESCO sul lago di Como. Per Andrea e Valentina, invece Erno è un uomo che tra il ’51 e il ’52 ha ideato la prima edicola in forma moderna dotata di luci esterne, un esempio di modernariato puro all’Esposizione Universale di Londra. Il nome è piccolo, catchy, rimane impresso e rappresenta bene uno spazio come l’edicola. Intimo, ma allo stesso tempo una vera e propria calamita, così com’è abbracciata da tutto ciò che è Roma. Sola, ma centrale sulla piazza, circondata dai palazzi e dal rumore. In più ERNO è l’acronimo di Edicola Romana Non Ordinaria, perchè vuole distinguersi fortemente dagli altri spazi esistenti.
«In realtà questa edicola la frequentavo già. Aveva una vita propria prima di me, naturalmente, poi per dieci anni è stata chiusa. Io la frequentavo a dieci anni e ci sono tornata a 27, perché abitavo qua in zona. Come se l’edicola mi avesse chiamata e scelta.»
Pensando al futuro di Erno, Andrea è ottimista e fiduciosa. Non esiste il futuro, perchè c’è un continuo presente.
Per Andrea “meraviglia” è una parola costante della comunicazione.
Torneremo presto per ritrovarci a indugiare davanti agli scaffali di marmo di Edicola Erno e a chiacchierare con Andrea, complice delle migliori storie e meraviglie, che sempre ci accoglierà di prima mattina in uno spazio ritrovato e sospeso nel tempo.
di Alessandra Busacca
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