KITCHEN DELIGHTS

Oltre ai fornelli c’è di più

MAGGIO 2024 - TASTE

JEREMY ALLEN WHITE in THE BEAR (2022) - Credit: FX Productions / Super Frog / Album

“I am not trying to be sexy. It’s just the way of expressing myself when I move around.”

Elvis Presley

Quando passeggio per Londra, durante le mie esplorazioni urbane, le cucine dei ristoranti sono spesso a vista: vetrine sul mondo culinario tra food truck, izakaya, bar underground, gastropub e pop-up. Che soddisfazione rubare uno sguardo e un sorriso sfuggente a chef di tutto il mondo, con braccia tatuate e accenti brit super sexy. I wok infuocati danzano, le mani roteano veloci, i movimenti di padelle hanno un incedere sensuale, mentre i grembiuli ondeggiano tra le comande.

Sexyness maschile e cucina? Sexyness maschile e cucina?
Sexyness maschile e cucina? Sexyness maschile e cucina?

E poi, mentre cammino sempre immersa nei miei pensieri, arrivano le riflessioni per questo articolo che legano sexyness maschile e cucina, argomento più che mai attualissimo. Mi viene in aiuto il grande schermo e la domanda nasce spontanea: “Che cos’hanno in comune Jeremy Allen White, Anthony Bourdain e Bradley Cooper?” Il cinema, certo, ma anche la cucina: una personalità dannata ma anche una certa, elevata dose di attrattiva maschile. Insomma, belli, dannati e ai fornelli. Cuochi dall’elevato sex appeal che impersonificano una serie di tratti che oggi definiremmo “toxic” ma assolutamente irresistibili: sfuggenti emotivamente, egoriferiti, ossessionati, un po’ alcolizzati e drogati, ma ai quali si perdona tutto.

BRADLEY COOPER in BURNT (2015) - Maximum Film / Alamy Foto Stock

Jeremy Allen White interpreta Carmen Berzatto in “The Bear”, l’italo-americano per eccellenza con una famiglia e un passato pesanti, l’ossessione per la perfezione e il suo bagaglio di fragilità. Lo sguardo tagliente, schivo e riservato, ricorda un po’ i divi di una volta, dal fascino naturale e scompigliato. Se non avete ancora visto le sue foto per Calvin Klein, pregasi googlare.  

Bradley Cooper è Adam Jones nella commedia “Burnt”, un rinomato chef che interpreta la storia semplice ed eterna dell’artista che si è estraniato dal mondo per purificarsi dalla sua dipendenza dall’alcol ed è pronto a tornare per essere di nuovo grande. Arrogante, ribelle, affascinante. L’essenza del figo puro. 

Anthony Bourdin, chef, presentatore TV e scrittore; la sua storia di chef al limite è raccontata in “Kitchen Confidential”, l’intima autobiografia in cui si autodescrive nei ristoranti newyorkesi dove si è fatto strada da lavapiatti fino a diventare chef, diviso tra fiumi di cocaina, Lsd, Vodka e una sete di rivalsa e vendetta. Guardo le foto di Anthony Bourdin in bianco e nero da giovane, il classico ragazzo col fascino degli Anni ‘80, apparentemente duro, irriverente e provocatore, con tanto di orecchino. 

 

Nota a margine: è successo di recente che il mio date si rivelasse anche abile in cucina, ordinato, seducente e attento. In quel gesto semplice che è stato mettersi ai fornelli al posto mio, ha dimostrato tutto il suo prendersi cura di me. O almeno io l’ho interpretato così. E vi prego non svegliatemi.

di Francesca Russano