L'ASSO NELLA MANICA DI EMMA STONE

I costumi di Poor Things!

MARZO 2024 - SGUARDI

“Avevo sempre in mente parti del corpo umano, o comunque qualcosa di organico, anche nella scelta dei tessuti. Cercavo qualcosa di leggero, di aereo, che allo stesso tempo sembrasse la membrana di un intestino o la superficie di un riccio di mare.”

Holly Waddington

È ufficiale. Lo consacra la statuetta placcata in oro degli Oscar. I costumi disegnati da Holly Waddington per il personaggio femminile di Bella Baxter hanno conquistato il cuore della giuria e sicuramente il nostro.

Il regista Yorgos Lanthimos ha scelto Emma Stone, proclamata migliore attrice agli Oscar, come interprete del romanzo di formazione dello scrittore scozzese Alasdair Gray dal titolo Poveracci!, e oggi ri-pubblicato come Povere creature!, proprio in omaggio al film.

Emma Stone vince l'Oscar come migliore attrice, Holly Waddington miglior costumista Emma Stone vince l'Oscar come migliore attrice, Holly Waddington miglior costumista
Emma Stone vince l'Oscar come migliore attrice, Holly Waddington miglior costumista Emma Stone vince l'Oscar come migliore attrice, Holly Waddington miglior costumista

Un girato folle e visionario, che ha fatto discutere su più fronti, dal mondo della moda alla scienza e alla politica femminista. A catturare il pubblico non sono solo i costumi, ma tutto un immaginario estetico neo-vittoriano, gotico e allo stesso tempo contemporaneo, fatto di paesaggi sognanti, che vanno dalla campagna britannica a Lisbona, dove l’abbondanza e la squisita dolcezza dei pasteis de nata lasciano il posto al gelido e melanconico spleen et idéal della neve di Montmartre. 

 

L’evoluzione psicologica del personaggio di Bella Baxter procede di pari passi alla trasformazione del suo abbigliamento. Un accorgimento acuto, attuato dall’inglese Holly Waddington, che porta inevitabilmente l’osservatore a notare i numerosi cambiamenti di look nello svolgersi della trama.

Se infatti inizialmente lo stato puerile della protagonista è raccontato da vestaglie e baby doll in tessuti leggeri e velati, in un vedo non vedo infantile e innocente tipico di tantissimi abiti di epoca vittoriana e tardo romantica alla Jane Austen, il procedere della narrazione, e la metaformosi della protagonista, vengono enfatizzati anche dall’evoluzione del suo abbigliamento che diventa via via più consapevole e  sensuale.

Fonte: Pinterest
Fonte: Pinterest

Inoltre, se il film è in bianco e nero per buona parte dell’inizio, nel momento in cui Bella inizia a prendere coscienza di se stessa e dei suoi desideri più intimi anche la pellicola si colora e la palette si tinge di gialli, azzurri e rosa, come se lo sguardo della protagonista fosse un arcobaleno di emozioni finalmente esplose e appagate.

 

Allo stesso modo gli abiti sono raggianti, sensuali, forti di una costruzione che usa maniche giganti, volant che paiono animarsi, linee teatrali ed eccessive, surrealiste, un po’ di Schiaparelli qua, e di Courrèges là. Gli abiti sembrano come respirare.

 

Fonte: Pinterest
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Nell’intervista rilasciata a Elle del 23/01/2024, la costumista ha dichiarato: «Avevo sempre in mente parti del corpo umano, o comunque qualcosa di organico, anche nella scelta dei tessuti. Cercavo qualcosa di leggero, di aereo, che allo stesso tempo sembrasse la membrana di un intestino o la superficie di un riccio di mare».

 

Una ricerca che ricorda anche la dichiarazione fatta dalle sorelle Mulleavy, per la loro ultima collezione Rodarte: «It’s like a butterfly about to come out of its chrysalis». Una frase che pare rievocare la personalità di Bella Baxter.

 

Parlando strettamente di moda, le fashion week di febbraio 2024 hanno confermato le ispirazioni di Lanthimos e della Waddington. Tra sogno e realtà,  le idee sono nell’aria.

Sebbene l’immaginario del film, infatti, non sia un’invenzione recente (le riprese sono iniziate nell’agosto 2021)  possiamo comunque cogliere delle sfumature e delle analogie di costume, nella color palette e nelle stoffe eteree ed evanescenti, sia nella collezione Haute Couture SS24 di Chanel e sia l’Autunno/Inverno 2024-2025 di Saint Laurent.  

Qui Anthony Vaccarello ha fatto sfilare una donna libera, la donna “scandalo”, che richiama gli stilemi della Haute Couture della Primavera-Estate del 1971, passata alla storia come una delle sfilate più audaci e scandalose mai realizzate da Yves, non a caso intitolata “Libération“. Vedo non vedo, nudo, sensualità, donne che vogliono liberarsi, e quindi storie di emancipazione, come quelle di Bella Baxter e Felicity, l’altra “povera creatura” di Lanthimos interpretata dall’attrice Margaret Qualley, che – il gioco di rimandi continua – ha sfilato proprio per Chanel.

di Alessandra Busacca