
MODA A PARIGI. LE DOMANDE RESTANO SCOMODE, MA LE RISPOSTE LATITANO
MODA A PARIGI. LE DOMANDE RESTANO SCOMODE. MA LE RISPOSTE LATITANO
Visioni sui trend dalla Paris Fashion Week
OTTOBRE 2024 - SGUARDI

Dopo le proteste e il futuro incerto della New York Fashion Week, i festeggiamenti per il quarantesimo anniversario della London Fashion Week e i punti di domanda che affliggono il sistema moda a Milano, arriva il turno di Parigi, carica di aspettative e attesissimi nuovi debutti. La moda si trova sempre più a confrontarsi con i temi complessi della modernità. Fatta di spending reviews e crisi economiche che mi accompagnano dal giorno della mia laurea. Anche a Parigi c’è un’aria cupa e la pioggia è battente. Ciò che ha sfilato questa settimana porta con sé una buona dose di nostalgia. Anche la moda combatte l’ansia a colpi di revival nostalgici, un po’ come il mondo della musica. È così che ritornano trend rivisti, reinterpretati, più collaudati, più safe.
Boho-Chic Forever
Sarà finalmente giunta al termine l’era del luxury sportswear in passerella? Degli Anni ’90 rivisitati che non stavano bene a nessuno, del Y2K? Forse, forse ce ne siamo liberati. Sembra di sì: Chloé, a Parigi, riporta in scena la leggerezza e la femminilità. Sfilano, con mio immenso gaudio, riferimenti Seventies e stampe floreali. Chi voleva nascere groupie di Mick Jagger alzi la mano! Nel frattempo, ci accontentiamo delle foto della collezione PE 2025, tra occhiali da sole aviator, giacche strutturate e abiti sottoveste. Nello stesso contenitore di trend appare il Tribal Punk di Isabel Marant. Parola d’ordine: atmosfera amazzonica. Isabel Marant torna alle radici artigianali con pezzi lavorati in modo intricato: frange, fili iridescenti, capi in pelle e borchie. Il suo è un etno-chic hippy con un tocco Anni ’80, per sempre desiderabile. Gli abiti di Marant sono pensati da una donna per le donne, “a partire dai tacchi, che tanto non li usa più nessuno”, come lei stessa sottolinea con ironia, ma anche con grandissima verità.
Smoking Anni ’70
Anthony Vaccarello, per Saint Laurent, ridona splendore al power suit maschile in puro stile Jodie Foster. L’estetica severa “corp-core” diventa ultra-cool: già li immagino indossati dalle Ginevre e Olimpie milanesi nei business meeting. Regnano gli occhiali come unici accessori e io esulto. Trench, bomber e giacche di pelle si sovrappongono ai tailleur oversize. I look sono semplicemente potenti, mentre il mio immaginario vola a Manhattan con una moderna Annie Hall: androgina, ironica e intellettuale, il mio modello di donna. Dall’altra parte della manica, Stella McCartney gioca con tailleur con spalle larghe e ampi trench abbinati a sandali scultura in perfetto stile Anni ‘80, per moderne Dolly Parton 9 to 5.
Rompere gli schemi in Noir Punk & Total Nude?
Rick Owens presenta un concetto di bellezza brutale e invita gli studenti a prendere parte alla sfilata per vestire i diversi tipi di corpo. Il suo è uno show scenico di “flaming creatures, weirdos and freaks” e di tutte le creature tormentate e bizzarre di oggi. Andrei a farci sfilare tutti i casi umani che ho conosciuto quest’anno, a Rick Owens potremmo suggerire di pescarli sulle app di incontri i prossimi modelli e modelle. Trasparenze, sfumature di grigi e nero tra esercizi di inclusività? Milano invece veste solo le magre…
Denma da Balenciaga omaggia la lingerie, tra provocazione e umorismo. Sensuale e anche erotico. Un gioco di sovversione per trasformare gli abiti in qualcosa di più, quasi fossero opere d’arte. Posto che, caro Denma, vorrei capire quale donna avrà la così spiccata confidence da andare in giro come una moderna cortigiana inguainata in reggicalze e bustier.
Onde sentimentali
Alessandro Michele debutta per Valentino con Pavillons des Folies, riscoprendo “l’archivio delle meraviglie”, come lui stesso afferma nel podcast di BOF pubblicato poco prima dello show. I fiocchi fanno da filo conduttore della sfilata: giocosi, futili e romantici, aggiungono quel tocco ultra femminile, quasi da bambola. Fiocchi ovunque, dunque, decorano i cinturini delle scarpe e appaiono sotto forma di spille o ornamenti vittoriani. Alessandro Michele si appoggia alle grandi maison e fa parlare di sé, perché come diceva Dorian Gray “C’è una cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé”.
Sul versante opposto di Alessandro Michele, ecco il minimalismo essenziale di Loewe. Tra colori e stampe forti, fiori e trasparenze la sperimentazione continua.
Nell’era dell’Anxiety, la moda si manifesta attraverso una serie di piccoli dettagli? Forse nel coraggio dell’inclusività? Forse nella reinterpretazione dei grandi classici Anni ‘70 e ‘80, contenitori infiniti del “buon vestire” da cui attingere? Anche a Parigi le domande restano tante. Una certezza però mette i designer tutti d’accordo: basta tacchi!
di Francesca Russano
You may also read
CHIC INTRAMONTABILE
CHIC E INTRAMONTABILE Lo chic al cinema ha un nome e un cognome: Audrey Hepburn Febbraio 2024 –
LE GRANDI VECCHIE DELLA LETTERATURA: MUNRO, DIDION E LE ALTRE
LE GRANDI VECCHIE DELLA LETTERATURA Dove si parla della vita segreta degli anziani, della nostra ine
CORS(ETT)I E RICORSI STORICI
CORS(ETT)I E RICORSI STORICI Tre film per dare voce alle donne Febbraio 2024 – Sguardi Vicky K