
NUOVO CINEMA PRADA
NUOVO CINEMA PRADA
Da Wes Anderson a Jean-Luc Godard
MARZO 2024 - TASTE

“Credo che il Bar Luce di Prada sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi non cinematografici.”
Wes Anderson
Stile, eleganza e immaginazione. Per chi ne ha da vendere, il sogno della settima arte è fatto di glassa rosa, giochi di specchi e velluto color senape.
À côté dell’ormai iconica torre dorata di Fondazione Prada si trova il Bar Luce, progetto architettonico di Wes Anderson – regista e autore di The French Dispatch, Grand Budapest Hotel e altri indimenticabili gioielli – che qui ha concentrato tutto il suo genio estetico. Non è un caso se da bambino voleva diventare architetto.
I colori pastello, i flipper, i jukebox e gli arredi dal rosa confetto al verde mela: i classici della sua estetica li ritroviamo tutti al Bar Luce. L’ispirazione? I bar di design, le paninoteche vintage con il bancone in formica, le torte al cioccolato e le michette calde e fragranti di salse. Un vero set cinematografico che ci riporta indietro nel tempo, giù giù fino agli anni Sessanta.
“Credo che il Bar Luce di Prada sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi non cinematografici” ha dichiarato Wes una volta inaugurato il suo bar milanese nel 2015.
E, ad accompagnare le sue visioni oniriche, dal 2019 si aggiunge anche l’eredità del maestro franco-svizzero della Nouvelle Vague: Jean-Luc Godard
Le Studio d’Orphée, atelier in cui l’autore lavorava, è infatti ospitato all’interno della Fondazione, che completa la proposta con Cinema Godard, sala cinematografica che ogni mese propone una programmazione pensata per soddisfare i cinephiles più raffinati, con le pellicole proiettate sul maxi schermo custodito in un parallelepipedo specchiato.
Il luogo ideale per ricordare la funzione unica del cinema: quella sua capacità di riflettere le nostre molteplici sfaccettature e il nostro io più intimo, proprio come uno specchio.

Jean-Luc Godard, a tre anni dalla sua scomparsa, aveva scelto proprio Fondazione Prada per ricostruire il suo studio e trasferire il materiale tecnico, utilizzato nella realizzazione dei suoi ultimi film, i mobili, i libri, i quadri e i suoi oggetti personali in quella che oggi è una sorta di casa-museo, tempio del regista.
di Alessandra Busacca

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