
TERMODINAMICA E MODA: NULLA SI CREA O DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA
TERMODINAMICA E MODA: NULLA SI CREA O DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA
Tra ritorni e sorprese, gli eterni corsi e ricorsi storici del fashion
OTTOBRE 2024 - SGUARDI

Ho una passione per i pizzi, i colletti ampi, le camicette vintage, le spalline, i montoni, lo stile Anni ‘70 e ‘80, non smetterò di guardare incantata lo stile della principessa Diana, amo in assoluto i film in costume e sì, il passato mi emoziona sempre di più del futuro. L’influenza d’antan e la ricerca vintage nella moda, a scapito del completamente inatteso, è un tema per me sempre attuale e di grande interesse. Assistiamo a un continuo “gran ritorno” delle epoche che influenzano le estetiche, in cui il principio della termodinamica sembra calzare a pennello “l’energia non si crea e non si distrugge, ma si trasforma”; questo si applica anche alla moda. Il passato, dunque, non è mai veramente passato, ma un serbatoio di idee e di stimoli.
Una delle immagini di moda che conservo sempre nella memoria è la sfilata-parade di Batsheva a New York nel 2018: le modelle sotto gli ombrelli neri, l’attitude un po’ punk, le scarpe di tela nera stringate, gli abiti lunghi a fiori con le balze. Batsheva Hay è americana, è un avvocato, e incarna il simbolo della società statunitense, in cui si può cambiare percorso e farcela. Il suo incontro con la moda è avvenuto un po’ per caso nel 2016, quando ha cominciato a modificare abiti vintage, nello specifico di Laura Ashley. Il suo stile ha portato una ventata di freschezza nel mondo della moda newyorkese, reinterpretando uno stile profondamente influenzato dalle epoche passate, ma con un tocco eccentrico e al tempo stesso seducente.
Sono diventati iconici i suoi abiti stile “prateria” che sono l’opposto di tutto ciò che per anni ha dominato i red carpet. Batsheva si distingue per l’utilizzo di silhouette ultra-femminili ispirate alla moda vittoriana e ai modelli tradizionali americani alla Laura Ingalls, con particolare attenzione ad abiti a collo alto, maniche a sbuffo e gonne lunghe. “Mi vestivo sempre in modo diverso, in un modo che amavo ma che non piaceva a nessuno intorno a me” svela in un’intervista su Town and Country Magazine. La sua estetica è fortemente influenzata dall’abbigliamento delle donne della tradizione Amish, delle casalinghe degli Anni ’70 e delle comunità religiose ortodosse – le stesse in cui è Hay è cresciuta – ma con cenni a Cindy Sherman e a Courtney Love. Sono gli abiti severi che ha indossato e visto da piccola nel Queens che hanno influenzato la sua estetica, insieme alle bambole, al teatro, a Shakespeare e ai costumi. Le sue creazioni sono una rivisitazione sovversiva e provocatoria della femminilità, in cui i codici estetici legati alla modestia diventano potenti affermazioni di stile. Nonostante le forti influenze storiche, Batsheva non è un marchio nostalgico. Al contrario, è una celebrazione del potere delle donne di riscrivere e reinterpretare il proprio stile. I suoi abiti, apparentemente modesti, sono spesso abbinati a sneakers o calzature inaspettate che creano quel giusto mix tra il classico e il contemporaneo. L’attrattiva di Batsheva non è solo estetica. Il suo messaggio sotteso è di aperta sfida alle norme sociali legate alla moda femminile e al modo in cui le donne dovrebbero presentarsi al mondo. Attraverso l’uso di modelli tradizionalmente associati a concetti di repressione, Batsheva sovverte questi codici e li trasforma in simboli di libertà e creatività.


Molly Goddard è inglese, il suo è uno stile giocoso, dal fascino spensierato, very brit e un po’ punk; caratterizzato da volumi esagerati, strati di tulle e una sensibilità estetica che rievoca sia il romanticismo che la ribellione. Uno degli aspetti più riconoscibili del lavoro di Molly Goddard è l’uso del volume. I suoi abiti ampi e arricciati rievocano lo stile delle crinoline e delle sottovesti vittoriane, che all’epoca erano sinonimo di status sociale e femminilità. Goddard, però, trasforma questi elementi storici in creazioni moderne e sovversive. Gli strati di tulle, ad esempio, evocativi della delicatezza e della complessità dell’abbigliamento del XIX secolo, vengono reinterpretati in colori vivaci e tagli oversize, con un tocco ironico.
Poi ci sono gli Anni ’80: Molly Goddard riprende le spalle larghe, le gonne a palloncino e una certa teatralità. Una rielaborazione in chiave più leggera e fantasiosa tra abiti in abiti in tulle dai colori fluo o pastello e una versione più giocosa dei look power-dressing, tra romanticismo e nostalgia. Immancabili gli elementi della cultura punk, che esplodevano ovunque in Gran Bretagna negli anni a cavallo fra il 1970 e l’Ottanta.
Via libera al concetto di anti-moda, di abbigliamento come forma di ribellione e sperimentazione con materiali insoliti. Anche il suo approccio alla femminilità non convenzionale, che sfida le norme estetiche dominanti, può essere collegato all’eredità punk. In questo senso, le creazioni di Molly Goddard sono sia romantiche che provocatorie, trovando un equilibrio tra la bellezza classica e l’espressione anticonformista. Uno spirito ribelle che è sia femminista che femminile, che passa dall’opulenza vittoriana all’eccentricità, dalle influenze punk all’infanzia, attraverso cui Goddard crea un’estetica unica che celebra la femminilità in tutte le sue forme, sfidando le convenzioni e abbraciando il gioco e la sperimentazione.
Torniamo negli Stati Uniti con Anna Sui, la designer americana di origini cinesi che con il suo stile eccentrico, che mixa diverse influenze del passato con un’estetica contemporanea e super young, trae ispirazione in particolare dalla musica rock, psichedelica e punk. Riferimenti ai Rolling Stones, i Beatles e i Velvet Underground, così come icone come Marianne Faithfull e Jane Birkin, compaiono ovunque nelle sue creazioni. Le sue collezioni spesso evocano lo spirito libero e ribelle dei decenni Sessanta e Settanta, con capi che ricordano lo stile bohemien, gli hippy e il glam rock.
Tratti distintivi? Stampe vivaci e psichedeliche, i colori saturi e i pattern intricati di ispirazione retro, ma anche come colletti alti, pizzi elaborati, volumi ampi e maniche a sbuffo in tipico stile vittoriano. Il romanticismo e il mistero di questa epoca vengono reinterpretati in chiave moderna, con un tocco gotico o dark, che dona un’aura fiabesca.
Poi ci sono l’Art Nouveau e l’Art Deco, che influenzano spesso le stampe e i motivi decorativi delle sue collezioni. Stili artistici dei primi del Novecento che si manifestano nei suoi capi attraverso linee sinuose, motivi floreali stilizzati, curve fluide e l’uso di decorazioni geometriche.
Infine c’è il beauty, campo in cui la stilista si sbizzarrisce con il packaging di molti dei molti dei suoi profumi e cosmetici, che presentano confezioni con dettagli ornamentali che richiamano i disegni curvilinei e armoniosi di queste correnti del primo Novecento. I flaconi dei profumi spesso sono decorati con rose stilizzate, farfalle o altri elementi naturali che sembrano scolpiti con in mente le opere di Alfons Mucha. Il packaging di rossetti, ombretti e ciprie incorpora disegni geometrici e decori metallici, evocando il glamour sofisticato degli Anni ’20 e ’30, dove superfici nere laccate si accostano a dettagli dorati o argentati, creando un effetto visivo ricercato che lascia a bocca spalancata.
“Il passato è l’unica cosa morta che profuma di dolce”, scriveva Cyril Connolly, critico letterario e scopritore di talenti emergenti vissuto metà ‘900; mai come oggi questa affermazione risuona con forza. Ora che il “nuovo” sembra sempre più omologato e difficile da definire, le epoche passate fungono da continua ispirazione dove il passato non rimane un semplice ricordo da esibire, ma si propone come serbatoio di idee in grado di alimentare creatività.
di Francesca Russano
You may also read
TIK TOK E IL #VINTAGEMAKEUP
TIK-TOK E IL #VINTAGEMAKEUP E se Marilyn Monroe diventasse la nuova fashion icon? OTTOBRE 2024 ̵
RAGIONARE PER ASSOLUTI E LA FRUSTRAZIONE DI SENTIRSI PEGGIORI
RAGIONARE PER ASSOLUTI E LA FRUSTRAZIONE DI SENTIRSI PEGGIORI Ma si può sempre migliorare, come pro
L’ASSO NELLA MANICA DI EMMA STONE
L’ASSO NELLA MANICA DI EMMA STONE I costumi di Poor Things! MARZO 2024 – SGUARDI “Avev